venerdì 7 febbraio 2014

JOEY BARTON: Il Bad boy d'oltremanica


Joey Barton ai tempi del City
Joseph Anthony "Joey" Barton nasce a Liverpool il 2 settembre 1982. Cresce in una situazione familiare difficile venendo allevato solo dal padre e dalla nonna a causa della scomparsa della madre e frequenta insieme al fratello cattive compagnie, che, probabilmente, hanno influito sul suo comportamento aggressivo e facilmente irascibile.
 In campo è un mediano tutto muscoli e grinta di cui gli scout dell’Everton si accorgono presto e lo inseriscono nelle loro giovanili in cui rimarrà fino all’età di 15 anni, quando verrà scartato per motivi di statura.
 Joey non si abbatte e riesce a strappare un contratto con il Manchester City; lì completa la trafila nel settore giovanile e nel 2002 esordisce in prima squadra.
 Non passa molto tempo prima che i dirigenti dei Citizens si rendano conto dei problemi caratteriali del ragazzo. All’inizio della stagione 2004-2005 arriva il primo cartellino rosso contro il Tottenham in una gara di FA Cup per un litigio con l’arbitro (fino ad oggi in Premier League il conto è salito a 4, quasi tutte per più di una giornata). 
Da qui in poi è una vera e propria escalation di violenza: a dicembre dello stesso anno, alla festa natalizia della squadra spegne un sigaro nell’occhio di Jamie Tandy, giocatore della squadra primavera, a causa di uno scherzo non propriamente gradito. Nel maggio 2005, sotto effetto di un abuso di alcool, investe un uomo nel bel mezzo di Liverpool. Il rapporto con il club comincia a scricchiolare, ma lui non fa niente per risanarlo, anzi dà il colpo di grazia: e’ il 2007 quando, appena uscito da una clinica riabilitativa per sportivi con problemi comportamentali, sferra un cazzotto in pieno volto al suo compagno di squadra Ousmane Dabo, ex inter, procurandogli un parziale distacco della retina e guadagnandosi così 100.000 sterline di multa e la sospensione fino al termine della stagione. Il Manchester City non ne può più; dopo 130 partite e 15 gol è chiaro che la sua storia ai blues debba finire qui.
"Big Sam" e Joey il giorno della presentazione con il Newcastle
 “Big Sam” Allardyce è un suo grande ammiratore e, per 8 milioni di euro, se lo porta con sé a Newcastle nell’intento di dare maggior grinta al centrocampo dei Magpies. A far notizia però non sono le sue prestazioni in campo, ma ancora una volta fatti extracalcistici: nel dicembre 2007 lui, suo fratello e suo cugino pestano a sangue due giovani di Liverpool, causandogli gravi ferite e venendo puniti con 77 giorni di carcere. La situazione ormai è fuori controllo ma come per incanto c’è sempre una squadra in Premier a volerlo. 
Quindi, anche questa volta, fa le valigie e va a giocare per il Queens Park Rangers. Siamo nel 2011 e a Londra “the battery boy” diventa un idolo incontrastato della tifoseria, tanto da guadagnarsi la fascia di capitano, che indosserà anche durante l’ultima giornata del campionato 2011-2012 quando il QPR, in piena corsa salvezza, deve fare risultato contro il Manchester City che necessita solamente di una vittoria per conquistare la Premier League. Dopo 53 minuti di gioco un raptus di follia prende possesso di Barton che sferra nell’ordine: una gomitata in faccia a Tevez e, successivamente all’espulsione, un calcio ad Aguero ed una testata a Kompany. La condanna da parte del mondo calcistico inglese è unanime e Joey si becca una maxi-squalifica di 12 giornate. 

 
Imperdibile il filmato con il commento di Massimo Marianella

Come tutte le altre squadre in passato, anche il QPR non sopporta più le bizze del giocatore e decide, dopo avergli tolto la fascia di capitano e tagliato 6 settimane di stipendio, di metterlo sul mercato.
 In Inghilterra non lo vuole più nessuno ed allora viene imbastito uno scambio di prestiti con l’Olympique Marsiglia che riguarda anche il camerunense M’Bia. In Francia passa solo una stagione, ma fa in tempo a litigare con Ibrahimovic e, tramite Twitter, con Thiago Silva dandogli addirittura del "transessuale". 
Ora è tornato al QPR e gioca in Championship, l’equivalente della nostra Serie B, con la solita grinta e ignoranza di sempre, perché solo così sa vivere Joey Barton, dentro e fuori dal campo come un vero “Bad Boy”.


Una versione poco credibile di Joseph Anthony "Joey" Barton

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