venerdì 7 febbraio 2014

ODE AL CALCIO PROVINCIALE


Un giorno diventi grande ed arrivi in prima squadra. Non è come te lo sei sempre sognato, uno spogliatoio patinato pieno di primedonne, in una qualche squadra importante, magari nel calcio professionistico.
E invece no, sei tra i dilettanti, magari in un “top club” di terza categoria, ma la sudditanza che c'è nello spogliatoio è la stessa. Gli anziani del gruppo sono la voce più ascoltata e temuta come in ogni cultura antica che si rispetti. Tu devi dimostrare a tutti di meritarti il posto, perché soprattutto nel calcio la meritocrazia esiste ed il posto tra i titolari bisogna guadagnarselo con la fatica ed il sudore; devi dimostrarlo sul campo. Già, il campo. Per te che hai sempre sognato palcoscenici come San Siro, il Camp Nou o il Bernabeu quello del paese è quasi un insulto. Trovare un rettangolo verde decente è come fare il terno al lotto; molto più spesso sono in sabbia o sono i famosi “campi di patate” che ti permetteranno però di giustificare l'errore commesso “eh, il rimbalzo non era regolare, per quello che ho sbagliato!”.
La forma fisica poi è la cosa più soggettiva che esista. Trovi di tutto, dall'attaccante di peso nel vero e proprio senso della parola passando per il palestrato che vuole emulare le gesta di Cristiano Ronaldo, al regista di centrocampo modello comodino.
Durante l'inverno poi i problemi aumentano e iniziano i dubbi amletici, partendo dal classico “pioverà o non pioverà?” che quasi ti rende insonne, arrivando all'evergreen “ferro o gomma?”. La domanda spesso è retorica, perché si sa, i difensori, soprattutto quelli più ruvidi (e più scendi di categoria più il numero si avvicina alla totalità) le scarpe con i tacchetti in ferro le tengono appese in camera come fossero un santino, con all'interno una calamita che si attacca, con facilità disarmante, agli stinchi e alle caviglie dei malcapitati avversari.
Arriva la domenica.
Il giorno sacro per te, non tanto per la messa nonostante la trafila nella squadra locale dei chierichetti, ma perché é il giorno della partita. In campo il gioco scarseggia, i contrasti e soprattutto le botte fanno da padroni incontrastati ma tu sai che questo è l'anno buono, e....vinci, vinci e continui a vincere fino a quando il campionato di Terza categoria girone H è tuo. Tuo e dei tuoi amici, perché spesso i tuoi compagni, sono gli stessi membri della tua compagnia del sabato sera. E' l'apotesi, tutto ciò che hai sempre sognato. Improvvisamente tra San Siro o il Comunale del paese non c'è più differenza perché adesso ti senti un vincente, un Giocatore vincente.
Calcio di provincia = calcio minore?
Tenetevelo per voi questo questo paragone, perché come diceva Antoine de Saint Exupery ne “Il piccolo principe” l'essenziale è invisibile agli occhi e probabilmente la partita più bella è quella che non vedrete mai in tv.



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